Palazzo Tassorello
Scheda
Fra i monumenti storici del borgo di Rocchetta il ‘Palazzo Tassorello’ occupa una posizione di rilievo per la sua storia e la funzione sociale svolta nel corso del XX Secolo, in particolar modo durante la II Guerra Mondiale.
Il palazzo, già proprietà De Lucchi, Tassorello, Poggi, oggi é in gran parte di proprietà comunale. E' un bel palazzetto settecentesco di 4 piani che si erge tra le case lungo Via Umberto I, di fronte alla Piazza Regina Margherita. Reca sulla facciata tre lastre marmoree e un affresco votivo raffigurante una Madonna con bambino posta dall’Amministrazione Comunale il 4 maggio 1967 dall’allora sindaco Cav. Virginio Crosa. La facciata, intonacata nella parte superiore, ha tre ingressi: lateralmente due grandi archi ribassati segnano l’accesso al cortile e al magazzino (oggi un esercizio commerciale) e, in posizione centrale ma asimmetrica, l'ingresso principale. Ritmano la facciata le tre file di porte-finestre, tutte uguali, con balconcino antistante protetto da ringhiera in ferro lavorato, due sole delle quali poste sulle direttrici delle aperture ad arco, mentre sulla direttrice dell’ingresso principale è allineata una fila di tre aperture oblunghe con profili mistilinei.
Una delle lapidi poste tra le finestre del primo piano ricorda l’asilo infantile che i locali del lascito ‘Tassorello’, da cui il nome che ancora oggi identifica l’immobile, ospitarono dal 1933 quando fu inaugurato da Don Orione e gestito dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Le altre due lapidi ricordano gli avvenimenti e ringraziano il dottor Luigi Risso, gli operatori sanitari e le religiose, che si prodigarono per i feriti dell’’’ospedaletto Val Borbera’ inagurato il 13 agosto del 1944 al secondo piano dell’edificio, per volontà dell’Avv. Luciano Pertica, finanziatore dell’iniziativa, e del chirurgo Prof. Tito Tosonotti, responsabile della struttura sanitaria. La lstra posta al di sotto dell’affresco mariano, si riferisce in particolare al centro chirurgico “della zona libera della Valle Borbera”. L’attività dell’ospedaletto assolse la fondamentale e preziosa funzione di assistere e curare la popolazione dell’alta Val Borbera che si trovava, per le condizioni belliche e la difficoltà dei trasporti, in grave disagio specie per i casi d’urgenza. Nei tragici mesi tra il ’44 e il ’45. il personale sanitario che operò con prestazione volontaria sotto la guida del medico chirurgo savonese di origini valborberine Tosonotti, accolse e curò feriti civili, partigiani, e nazi fascisti come da lui narrato nell’opuscolo ‘L’ospedale Val Borbera in Rocchetta Ligure’ pubblicato nel 1967 dal Centro di Documentazione di Rocchetta Ligure. Terminata la vicenda partigiana l’Ospedaletto continuò ancora la sua attività fino al 1952 e, anche se in forme meno attivem fino alla completa ricostruzione del Ponte del Carmine negli anni ‘60, che consentì il trasporto ed il ricovero ospedaliero degli ammalati nelle strutture sanitarie di fondo valle ad Arquata, Serravalle, Novi e Alessandria.
Negli anni successivi al 1970 Palazzo Tassorello è stato sede degli uffici comunali fino al 1999 e ad oggi ospita alcuni studi medici e privati, mantenendo una forte vocazione di utilità sociale adattando tuttavia i locali alle nuone destinazioni
Il palazzo, già proprietà De Lucchi, Tassorello, Poggi, oggi é in gran parte di proprietà comunale. E' un bel palazzetto settecentesco di 4 piani che si erge tra le case lungo Via Umberto I, di fronte alla Piazza Regina Margherita. Reca sulla facciata tre lastre marmoree e un affresco votivo raffigurante una Madonna con bambino posta dall’Amministrazione Comunale il 4 maggio 1967 dall’allora sindaco Cav. Virginio Crosa. La facciata, intonacata nella parte superiore, ha tre ingressi: lateralmente due grandi archi ribassati segnano l’accesso al cortile e al magazzino (oggi un esercizio commerciale) e, in posizione centrale ma asimmetrica, l'ingresso principale. Ritmano la facciata le tre file di porte-finestre, tutte uguali, con balconcino antistante protetto da ringhiera in ferro lavorato, due sole delle quali poste sulle direttrici delle aperture ad arco, mentre sulla direttrice dell’ingresso principale è allineata una fila di tre aperture oblunghe con profili mistilinei.
Una delle lapidi poste tra le finestre del primo piano ricorda l’asilo infantile che i locali del lascito ‘Tassorello’, da cui il nome che ancora oggi identifica l’immobile, ospitarono dal 1933 quando fu inaugurato da Don Orione e gestito dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Le altre due lapidi ricordano gli avvenimenti e ringraziano il dottor Luigi Risso, gli operatori sanitari e le religiose, che si prodigarono per i feriti dell’’’ospedaletto Val Borbera’ inagurato il 13 agosto del 1944 al secondo piano dell’edificio, per volontà dell’Avv. Luciano Pertica, finanziatore dell’iniziativa, e del chirurgo Prof. Tito Tosonotti, responsabile della struttura sanitaria. La lstra posta al di sotto dell’affresco mariano, si riferisce in particolare al centro chirurgico “della zona libera della Valle Borbera”. L’attività dell’ospedaletto assolse la fondamentale e preziosa funzione di assistere e curare la popolazione dell’alta Val Borbera che si trovava, per le condizioni belliche e la difficoltà dei trasporti, in grave disagio specie per i casi d’urgenza. Nei tragici mesi tra il ’44 e il ’45. il personale sanitario che operò con prestazione volontaria sotto la guida del medico chirurgo savonese di origini valborberine Tosonotti, accolse e curò feriti civili, partigiani, e nazi fascisti come da lui narrato nell’opuscolo ‘L’ospedale Val Borbera in Rocchetta Ligure’ pubblicato nel 1967 dal Centro di Documentazione di Rocchetta Ligure. Terminata la vicenda partigiana l’Ospedaletto continuò ancora la sua attività fino al 1952 e, anche se in forme meno attivem fino alla completa ricostruzione del Ponte del Carmine negli anni ‘60, che consentì il trasporto ed il ricovero ospedaliero degli ammalati nelle strutture sanitarie di fondo valle ad Arquata, Serravalle, Novi e Alessandria.
Negli anni successivi al 1970 Palazzo Tassorello è stato sede degli uffici comunali fino al 1999 e ad oggi ospita alcuni studi medici e privati, mantenendo una forte vocazione di utilità sociale adattando tuttavia i locali alle nuone destinazioni